Ricercare il bene comune significa essere cittadini consapevoli e attivi, che sul territorio facciano la loro parte e non subiscano passivamente gli avvenimenti, divenendo lavoratori coscienti e non solo dipendenti, intellettuali che sappiano portare energie alla ricerca di un futuro più umanizzato, politici non più maestri di tattiche e strategie estranee alla gente, ma che riscoprano idealità e competenze per la costruzione del bene comune.
Ricercare il bene comune implica rendere bella la propria città nelle dimensioni sociale, culturale, urbanistica e ambientale e favorire una vita sociale non disgiunta dall’etica, dalla giustizia e dai grandi valori democratici a partire dalla dignità, dalla libertà, dall’eguaglianza e dalla solidarietà.
Ricercare il bene comune comporta il coinvolgimento delle diverse articolazioni della società civile per proporre e favorire politiche a difesa del bene comune, ossia quelle condizioni che permettono al singolo e alla collettività di realizzarsi pienamente ed avere un'esistenza degna della persona.
Ricercare il bene comune richiede la giusta speranza da trasmettere alle giovani generazioni affinché siano protagoniste del futuro della società e contribuiscano a valorizzare la bellezza del dono ricevuto nell’arte, nel paesaggio e nella natura.
Ed infine, ricercare il bene comune significa aver consapevolezza che: “Le città hanno una vita propria: hanno un loro proprio essere misterioso e profondo: hanno un loro volto: hanno, per così dire, una loro anima ed un loro destino: non sono cumuli occasionali di pietra: sono misteriose abitazioni di uomini e più ancora, in certo modo, misteriose abitazioni di Dio. Le città restano... lungo il corso tutto, dei secoli e delle generazioni... come libri vivi della storia umana e della civiltà umana... Le città millenarie sono come gemme preziose, che ornano di splendore e bellezza le terre dell’Europa e dell’Asia” (Giorgio La Pira).