Earth Day - Giornata Mondiale della Terra – 22 aprile 2024
La Giornata della Terra, momento fortemente voluto dal senatore statunitense Gaylord Nelson e promosso ancor prima dal presidente John Fitzgerald Kennedy, coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo.
Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Come movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell'uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.
L'idea della creazione di una “Giornata per la Terra” fu discussa per la prima volta nel 1962. In quegli anni le proteste contro la guerra del Vietnam erano in aumento, ed al senatore Nelson venne l'idea di organizzare un “teach-in” sulle questioni ambientali. Nelson riuscì a coinvolgere anche noti esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che nel 1963 attraversò ben 11 Stati del Paese tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali.
L'Earth Day prese definitivamente forma nel 1969 a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi al largo di Santa Barbara, in California, a seguito del quale il senatore Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni ambientali all'attenzione dell'opinione pubblica e del mondo politico. “Tutte le persone, a prescindere dall'etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”.
Il 22 aprile 1970, ispirandosi a questo principio, 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra. I gruppi che singolarmente avevano combattuto contro l'inquinamento da combustibili fossili, contro l'inquinamento delle fabbriche e delle centrali elettriche, i rifiuti tossici, i pesticidi, la progressiva desertificazione e l'estinzione della fauna selvatica, improvvisamente compresero di condividere valori comuni. Migliaia di college e università organizzarono proteste contro il degrado ambientale: da allora il 22 aprile prese il nome di Earth Day, la Giornata della Terra.
La Giornata della Terra diede una spinta determinante alle iniziative ambientali in tutto il mondo e contribuì a spianare la strada al Vertice delle Nazioni Unite del 1992 a Rio de Janeiro.
Quest’anno il tema è Planet vs. Plastics, una sfida globale alla presenza invasiva della plastica nel nostro ambiente e negli organismi degli esseri viventi, compreso l’essere umano. Questo materiale dalle mille proprietà, che ha cambiato e facilitato in molti aspetti la nostra vita, rappresenta oggi un enorme problema: ne produciamo troppo e non riusciamo a smaltirlo in modo ecologico.
Quest’anno gli organizzatori della Giornata Mondiale della Terra hanno scelto di concentrare l’attenzione sul problema dello smaltimento della plastica. L’impegno proclamato è di porre fine alla plastica per il bene della salute umana e del Pianeta, chiedendo una riduzione del 60% della produzione di tutte le materie plastiche entro il 2040.
L’obiettivo finale di costruire un futuro senza plastica per le generazioni future è declinato in alcuni traguardi concreti:
- promuovere una diffusa consapevolezza e una adeguata divulgazione dei danni causati dalla plastica alla salute umana, animale e di tutta la biodiversità;
- eliminare rapidamente tutte le plastiche monouso entro il 2030;
- chiedere politiche che pongano fine al fenomeno del fast fashion e alla grande quantità di plastica che produce e utilizza;
- investire in tecnologie e materiali innovativi per costruire un mondo senza plastica.
La plastica dispersa nell’ambiente viene scomposta in microplastiche, che inquinano l’ambiente e le nostre fonti di cibo e acqua. La produzione di plastica ha numeri impressionanti. Sono stati superati i 380 milioni di tonnellate all’anno (negli ultimi dieci anni è stata prodotta più plastica che nell’intero XX secolo) e nel solo 2023 sono stati prodotti in tutto il mondo oltre 500 miliardi di sacchetti di plastica, un milione di sacchetti al minuto.
Il ciclo di vita di un sacchetto di plastica è completamente antiecologico: gli impianti petrolchimici deputati alla produzione sono responsabili di emissioni tossiche e hanno un consumo eccessivo di acqua ed energia. Alla fine del processo, poi, il sacchetto viene usato per un tempo brevissimo, mentre il suo processo di degradazione nell’ambiente è lunghissimo.
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